Una Disfunzione Sessuale è caratterizzata da un’anomalia del processo che permette e determina il ciclo di risposta sessuale, o da dolore e/o inabilità associato al rapporto sessuale. Il ciclo di risposta sessuale può essere diviso nelle seguenti fasi.

Desiderio: Questa fase consiste nelle fantasie prodotte sull’attività sessuale e nel desiderio di praticare attività sessuale. I disturbi legati al desiderio sono: Disturbo da desiderio sessuale ipoattivo, Disturbo da avversione sessuale.

Eccitazione: Questa fase consiste in una sensazione soggettiva di piacere sessuale e nelle contemporanee modificazioni fisiologiche. Le principali modificazioni nel maschio sono la tumescenza e l’erezione del pene. Le principali modificazioni nella donna sono la vasocongestione pelvica, la lubrificazione e la dilatazione della vagina e la tumescenza dei genitali esterni. I disturbi legati all’eccitazione sono: Disturbo dell’eccitazione sessuale femminile, Disturbo maschile dell’erezione.

Orgasmo: Questa fase consiste in un apice di piacere sessuale, determinato da un aumento delle contrazioni ritmiche dei muscoli perineali e degli organi riproduttivi, concomitante alla spinta e al passaggio di secreti o sperma. Nel maschio vi è la sensazione di inevitabilità dell’eiaculazione, seguita dall’emissione di sperma. Nella femmina vi sono contrazioni (non sempre percepite soggettivamente come tali) della parete del terzo esterno della vagina e produzioni di secreti vaginali. I disturbi legati all’orgasmo sono: Disturbo dell’orgasmo femminile, Disturbo dell’orgasmo e  Eiaculazione precoce Maschile.

Risoluzione: Questa fase, chiamata anche di plateu, consiste in una sensazione di rilassamento muscolare e di benessere generale. In questi momenti, i maschi sono fisiologicamente refrattari ad ulteriori erezioni ed orgasmi per un periodo variabile di tempo. Al contrario, le femmine possono essere in grado di rispondere a nuove stimolazioni quasi immediatamente. Le disfunzioni sessuali riconoscono nel loro insieme, un’eziologia spesso molto complessa, potendo essere espressione di una sofferenza biologica (origine organica), psichica (origine psicogena) oppure la combinazione di entrambe. Proprio per questa complessità eziopatogenetica l’obiettivo è raggiungere una diagnosi attraverso indagini strumentali, assessment psicologico e una buona relazione terapeutica basata sulla fiducia. Quest’ultima rappresenta accanto ad una valutazione degli aspetti organici, gli elementi fondamentali per la comprensione dellla sintomatologia. L’assessment psicologico sarà composto da un’attenta anamnesi, una valutazione che tenda a raccogliere notizie del disturbo, delle preferenze e delle fantasie sessuali,  una conoscenza della personalità del paziente, uno studio della relazione di coppia.

In molti pazienti nevrotici, di confine o psicotici sono alterate la libido e la capacità di realizzare un soddisfacente rapporto sessuale, per qualità e quantità, e in misura diversa da caso a caso.

L’ignoranza e i pregiudizi a proposito della vita sessuale costituiscono un elemento che predispone alla comparsa delle differenti disfunzioni, oppure l’ansia legata a situazioni del presente o del passato, vediamo più dettagliatamente queste circostanze:

1) Le paure nei confronti della prestazione, ansia derivante dal timore di non eccitarsi o di non soddisfare il partner;

2) L’adozione del ruolo di spettatore;

3) Ricordiamo tutte quelle condizioni in cui l’espletamento della propria sessualità è vissuto in modo prevalente come tentativo di rassicurazione circa la propria capacità di essere maschio o femmina o un “bravo amante”;

4) L’utilità secondaria;

5) I traumi psicosessuali vissuti, sia nell’infanzia che nell’adolescenza;

6) Problematiche legate a ortodossia religiosa e a fattori socioculturali;

7) Inclinazione omosessuale;

8) Uso di droghe ed l’eccessiva assunzione di alcool.

Le terapie comportamentali, per le disfunzioni sessuali, si propongono di agire direttamente sul comportamento, senza prestare attenzione sulle motivazioni profonde e alle fantasie. Esse prendono spunto dalle osservazioni di Master e Johonson sulle caratteristiche fisiologiche dell’atto sessuale. Esse consistono in una serie di esercizi inseriti in un programma graduato di apprendimento che tiene conto del singolo e della coppia. Dopo chiarificazioni riguardanti il significato profondo del sintomo, la disfunzione sessuale è affrontata dal punto di vista cognitivo-comportamentale.

Tra gli interventi tecnici più comunemente usati ricordiamo:

1)   La focalizzazione sensoriale, impiegata nel trattamento dell’impotenza e dell’anorgasmia, ha l’obiettivo di riproporre al paziente e al partner l’abbandono al piacere erotico dopo aver sperimentato forme di piacere non finalizzato al coito o all’orgasmo ma alla stimolazione reciproca.

2)   La tecnica stop-start è invece utilizzata per far apprendere ai soggetti che lamentano eiaculazione precoce, attraverso varie modalità, il controllo della propria eccitazione (che può essere interrotta entro un certo limite e successivamente ripresa mediante la compressione alla base del glande da parte della partner.

3)    Riduzione dell’ansia (desensibilizzazione sistematica e in vivo), procedure per modificare atteggiamenti e pensieri (procedure di consapevolezza sensoriale, masturbazione).

4)   Addestramento alla comunicazione e alle abilità specifiche.

5)   Procedure medico farmacologiche e fisiche: indicate soprattutto per i pazienti che soffrono di leggera ansia da prestazione e che vivono una relazione di coppia tutto sommato gratificante.

Le teorie Psicodinamiche sono orientate ad esplorare le motivazioni profonde del disturbo e sono indicate per i pazienti che soffrono di conflitti nevrotici, patologie di personalità, a traumi psicosessuali o a problematiche relative alla sessualità profondamente radicate.

Le terapie psicodinamiche sono indicate soprattutto per i pazienti che sentono la necessità di approfondire dinamiche interne relative alla propria personalità. Inoltre il problema sessuale può essere una traccia per far emergere il bisogno psichico del soggetto e fungere da punta dell’iceberg di altri problemi più gravi e urgenti a cui il clinico deve rivolgere la propria attenzione. Spesso la sessualità tende a riassumere in sè un insieme di problemi intrapsichici, coniugali, familiari intimamente connessi e/o associati a gravi patologie del carattere o a gravi sindromi dell’Asse I. Risulta, quindi, necessaria una attenta valutazione del sintomo: per es., se il disturbo si verifica specificatamente con il partner abituale, la lettura del disturbo potrebbe riguardare le dinamiche relazionali e interpersonali della diade, oppure con tutti i potenziali partner, la lettura del contesto delle relazioni intrapsichiche (intensi sensi di colpa, tranfert genitoriale, conflitti inconsci riguardanti il successo, conflitti emotivi, difese inconscie, ecc.). Affrontare il disturbo considerando principali le pulsioni sessuali ed aggressive e il loro peso all’interno della personalità, le conseguenti reazioni emotive legate ad esse per es., rabbia e ostilità, desiderio, analisi del sistema dei valori sessuali e dell’erotismo e dell’ansia come elemento di conflitto.

Considerare gli aspetti cognitivi o immaginativi (le proibizioni religiose, paura delle malattie infettive), la relazione oggettuale, il mondo oggettuale interno,l’oggetto vissuto come  eccitante-oggetto o attaccante-distruttivo, l’attuale costellazione familiare e le sue influenze sul desiderio.