La reazione depressiva è la condizione più frequente dei disturbi dell’umore, stabilizzata più o meno cronica, presenta un abbattimento di umore patologico con perdita di interesse o di piacere per quasi tutte le attività. E’ presente una tristezza o una melanconia esagerata sproporzionata. Anche gli altri disturbi dell’umore di tipo maniacale, o bipolari, sono un atteggiamento psichico compensativo allo stato depressivo, in cui la colpa viene sostituita completamente dalla negazione della perdita e della colpa stessa, una difesa contro la depressione. Per altro la ciclicità maniaco-depressiva su di un piano più profondo, riporta ad esperienze con stati d’animo di polarità opposta, alla fondamentale periodicità biologica di fame e sazietà, a piacere e angoscia, come elemento infantile e regressivo: in un tempo confusivo con il seno materno e con la madre.
Quindi i disturbi dell’umore si compongono di un’insieme di sintomi più o meno complessi che alterano in maniera consistente il modo in cui una persona pensa e raffigura se stessa, gli altri e il mondo esterno. Si tratta di un sistema difensivo, una risposta psicofisica ad una condizione di sofferenza, di disagio e\o di conflitto e di solitudine. Vi è una percezione inconscia della perdita dell’affetto, e una perdita della gratificazione libidica che l’Io rifiuta di accettare ma non solo. La rinuncia alla meta sessuale e libidica, si mischia con un sentimento di odio che paralizza la capacità amorosa, dalla rimozione di questi di questi impulsi di odio e di vendetta proiettati nell’altro, non possono sorgere che nuovi sensi di colpa ed inferiorità.
L’aspetto maniacale ed euforico mette i soggetti in condizione di eseguire acting pericolosi in circostanze estreme e\o con soggetti sbagliati, all’eliminazione delle inibizioni e al trionfo sull’oggetto amore un tempo amato abbandonato e introiettato. Nei disturbi dell’umore la presenza dell’odio, della collera e dell’affetto nei confronti dell’oggetto abbandonico determina la coesistenza di amore e di odio questo stato crea una miscela di grande sofferenza.
La condizione centrale è la melanconia, una nostalgia affettiva in cui il soggetto si sentiva vivo in contatto con oggetti vitali. Adesso è come se il soggetto avesse perduto inconsciamente un oggetto per cui prova sentimenti di odio e di amore. Il soggetto rimprovera l’oggetto perduto di non dargli più l’affetto che in precedenza gli veniva corrisposto, ma in questo caso il rimprovero è orientato verso se stesso. Nascono così dei sentimenti di colpa per l’odio riversato e la conseguente angoscia. L’organizzazione compensativa vaga alla ricerca di un contatto con oggetti affettivi o presunti tali da cui ricevere calore, con i quali con questo stato d’animo è impossibile strutturare qualsiasi rapporto solido e duraturo, un progetto di vita. Questa disorganizzazione e lo stato d’animo depresso o bipolare che l’accompagna è nondimeno uno stato nucleare potenzialmente dinamico che svela i conflitti e i nodi personali e lo stato si solitudine soggettiva dell’individuo. In un ottica inconscia, viene considerata all’origine della depressione un’ostilità verso se stessi; complessi relazionali; oppure, un Super-Io severo che rivolge contro se stessi l’ostilità provata nei confronti di altre persone; identificazioni con oggetti interni morti; colpa che deprime: sono i quadri più comuni che lo psicoanalista si trova di fronte. In tutti questi casi, seppure con le diversità psicologiche individuali, c’è un’anima e un’interiorità che soffre e la costrizione entro un sistema di comportamenti troppo angusto rispetto ai desiderata, e anche una coscienza che neppure si sogna di enunciare, per timore, del proprio desiderio. La mancanza di sicurezza interna sviluppa forme di attaccamento perverso nelle relazioni amorose, anche interiormente il soggetto depresso sviluppa forme di attaccamento per lui lesive verso oggetti interni negativi. Così gli individui sono costretti a vite senza senso, a legami ormai devitalizzati, a una fedeltà ad oggetti di amore che amore non danno più ma che solo richiedono una assoluta dipendenza. Separazione e lontananza dal Sé sono circostanze sempre presenti, e anche una certa indeterminatezza della propria persona.